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La ghiandaia marina

La ghiandaia marina

Indaco, castano chiaro, blu e nero sono i colori che contraddistinguono la ghiandaia marina (Coracias garrulus). Dopo l’inizio della primavera, ad aprile, cominciano ad arrivare in Italia ed in Europa, dall’Africa sub-sahariana, dai loro quartieri di svernamento, per stabilire i territori di nidificazione e riproduzione. L’areale di nidificazione attuale comprende i paesi del Mediterraneo occidentale, i Balcani, l’Est europeo e la Russia, la Turchia e parte del Medio Oriente. Il suo arrivo è sincronizzato con l’arrivo del caldo e con il picco di presenze, nei campi, di invertebrati, che sono il suo cibo preferito, anche se si nutre di piccoli rettili, rane e piccoli roditori. Il nido, in cui depone 3-5 uova, lo costruisce in cavità naturali o artificiali, in prossimità di zone aperte, incolte o coltivate, in aree poco piovose e poco urbanizzate ed è possibile individuarlo negli alberi, nelle balle di fieno, nei muri, sotto ponti e viadotti.

Talvolta la cavità che ospiterà il nido può essere scavata attivamente nelle scarpate terrose. Negli ultimi anni, per favorirne l’insediamento e la riproduzione vengono posizionate dall’uomo molte cassette nido in appositi luoghi frequentati da questi magnifici uccelli. Questa pratica sta contribuendo al progressivo insediamento e riproduzione di una buona popolazione di esemplari, anche se questo purtroppo scatena gli appetiti dei bracconieri che prelevano i pulli per poi tentare di rivenderli a loschi “appassionati”.

Infatti è noto il caso verificatosi nelle province di Roma e Rieti nel 2018 in cui, grazie all’intervento dei volontari della LIPU e dei carabinieri forestali, 14 giovani pulli sono stati sequestrati ai bracconieri e poi reintrodotti in natura nelle zone in cui erano stati prelevati. Oggi la popolazione italiana è stimata in oltre 1000 coppie nidificanti. Nonostante la protezione decretata, è una specie protetta dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea, la sua popolazione in Italia è stabile e considerata pericolo.

A proposito delle sue fatiche migratorie un individuo di Ghiandaia marina, monitorato con un dispositivo GPS seguito dai ricercatori di Ornis italica, ha percorso, tra il 2020 ed il 2022, gli 8000 km che la separavano dal Botswana in cui ha svernato e la zona di nidificazione in centro Italia e li ha fatti per ben 4 volte in due anni, con un viaggio durato due mesi e mezzo e facendo sempre lo stesso percorso.

Il mio primo incontro con questo magnifico uccello è avvenuto sui Monti della Tolfa, in provincia di Roma, in un casale abbandonato e diroccato in cui, con mia grande sorpresa individuai più di 8 nidi. Ho trascorso parecchie giornate in osservazione delle loro evoluzioni in aria, dei corteggiamenti, delle cacce aeree ed a terra, gli ingressi e le uscite come delle frecce dalla cavità di nidificazione , l’involo dei piccoli e poi la partenza per le zone di svernamento tra agosto e settembre, con i giovani nati, grandi come i genitori, ma dai colori sbiaditi; naturalmente ho cercato di immortalare tutto questo evitando anche il minimo disturbo. E’ una esperienza emozionante seguire le loro scivolate d’ala, le catture al volo di grossi insetti, sentire il loro verso, fatto di un particolarissimo "cra-cra", ancora prima di vederle, le evoluzioni dei maschi che, in volo, mettono in mostra i loro magnifici colori per impressionare le femmine… Oggi purtroppo quel casale non ospita più nessuna coppia, in quanto nelle sue immediate vicinanze è stata costruita una pista di motocross; il disturbo determinato dai motori delle moto e la presenza di moltissime persone hanno determinato l’abbandono di questo sito e le coppie si sono, spero, disperse su altri territori. La mia esperienza le ha viste nidificare nelle cavità degli alberi, nelle cassette di trasformazione elettrica, nelle cassette nido e nei buchi dei muri; nelle zone che io frequento in provincia di Roma e Viterbo la loro presenza è abbastanza costante anche se la densità è estremamente rarefatta, probabilmente dovuta anche alla riduzione dei potenziali siti di nidificazione.

La mia speranza è che questo stupendo uccello continui a riprodursi e ad aumentare la sua presenza nelle nostre zone ed in tutto il suo areale di nidificazione.

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