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La Tigre del Bengala: Regina della giungla

La Tigre del Bengala: Regina della giungla

Nel 2018 ho pianificato un tour in India per fotografare la Regina della giungla: la Tigre del Bengala.

La Tigre del Bengala è una sottospecie di Tigre (Panthera tigris tigris) che vive in India, Nepal, Bangladesh, Bhutan, Myanmar ed in Cina (Tibet meridionale); è un felino possente, lungo fino a tre metri (90 cm sono di coda), è alto al garrese 90-95 cm ed arriva a pesare oltre 250 kg. Allo stato selvatico vive fino a 16-18 anni. Poiché preferisce tendere agguati alle sue prede, l’habitat che predilige è quello di foresta, anche se la si trova nelle fredde zone dell’Himalaya e nelle paludi. Le sue prede sono prevalentemente ungulati, scimmie, maiali selvatici, ma non disdegna prede più piccole; difficilmente attacca l’uomo, anche se, a causa della antropizzazione delle zone selvagge, gli attacchi si sono fatti più frequenti, soprattutto in Bangladesh, dove si stima ci siano circa 100 attacchi l’anno.

Avendo bisogno di molto spazio le tigri conducono una vita solitaria e si incontrano prevalentemente per l’accoppiamento che avviene durante la primavera. In India la sua presenza è confinata nei grandi parchi nazionali dove viene protetta e studiata.

A maggio del 2019, con altri tre amici, accomunati dalla stessa passione, ci siamo recati in India centrale per visitare tre Parchi Nazionali ( Pench, Khana e Bandhavgarh) che, oltre ad essere abbastanza vicini, ci davano le maggiori garanzie per poter fotografare, con un po’ di fortuna, un buon numero di tigri ed anche molti altri animali.

Arrivati con un volo di linea a Delhi in circa tre ore di macchina siamo arrivati a Pench; le strade in India sono terribili, non tanto per le condizioni del fondo stradale ma per l’indisciplina dei guidatori, per cui abbiamo affittato una macchina con autista per garantirci un percorso più che sicuro.

Il Pench National Park si trova nel Madhya Pradesh e prende il suo nome dal fiume che scorre da nord a sud e divide il parco in due metà quasi uguali, la orientale e la occidentale; è una delle riserve naturali più famose dell'India e si estende su un’area di 758 kmq. Protetto dal 1965 è divenuto Parco Nazionale nel 1975 e, dal momento che ospita una grande quantità di tigri, nel 1992 è stato nominato Tiger Reserve ed è inserito nel Progetto Tiger. Oltre alla tigre tra la sua fauna spiccano lo sciacallo, il pavone, il cane selvatico, i maiali selvatici, l'orso labiato, il leopardo indiano, la volpe, la iena striata, la scimmia langur, vari ungulati, il lupo indiano….

Rudyard Kipling ha preso ispirazione dalla bellezza di questa giungla per il suo capolavoro “Il libro della Giungla”.

Come anche negli altri parchi da noi visitati soltanto una piccola parte del territorio protetto è visitabile, mentre il resto del parco è a disposizione degli animali e dei ricercatori che li studiano. L’accesso dei turisti è strettamente regolamentato e sono consentiti due safari al giorno: il primo alle 5,30 per circa 5 ore ed il secondo dalle 15,30 fino al tramonto. Per chi lo volesse c’è anche la possibilità di rimanere all’interno per tutto il giorno, ma il costo è molto alto.

All’ingresso si ha subito una strana e, per certi versi, preoccupante sensazione: davanti ai cancelli del parco, man mano che si avvicina l’orario di apertura, si ammassano decine di jeep cariche di semplici turisti e fotografi; questo fa pensare a grandi assembramenti ed alla impossibilità di fotografare con calma gli animali, ma è solo una sensazione, in primis perché i sentieri dei parchi sono tantissimi e poi perché ad ogni jeep è assegnato un percorso che non è possibile abbandonare, ciò garantisce una buona distribuzione dei visitatori. Certo, quando si trova la tigre, il tam tam dei guidatori è tale che in pochi istanti molte macchine giungono nel luogo dell’avvistamento. A noi è capitato una sola volta di rimanere incastrati tra le jeep ammassate per la presenza di una femmina con due cuccioli. Comunque ad ogni veicolo, oltre all’autista, è assegnata anche una guida del parco che è addetta alla ricerca ed alla individuazione dei soggetti ed a far osservare le regole comportamentali per garantire il pieno rispetto degli animali, che hanno sempre la precedenza rispetto ai veicoli. Con un costo leggermente più alto, noi abbiamo optato per due jeep, ciascuna con due fotografi, uno davanti ed uno dietro, in modo da garantire ad ognuno la possibilità di spostarsi da destra a sinistra per fotografare agevolmente.

Vista la vastità del territorio e la fitta foresta, individuare e fotografare facilmente la tigre non è cosa scontata: infatti all’interno di questo parco abbiamo effettuato 9 safari e purtroppo abbiamo avvistato pochissime tigri (3 o 4), anche se, a detta della nostra guida, in quel periodo, si stava verificando una situazione anomala con i felini particolarmente “timidi” e difficilissimi da incontrare. Comunque non siamo stati con le macchine fotografiche inattive e le specie riprese sono state comunque tante: antilopi nilgai, cervi pomellati, cervi sambar, cinghiali indiani, langur grigi, diversi cuon o cani selvatici asiatici, l’unico incontro con un orso labiato, l’avvistamento di un leopardo indiano, sciacalli e naturalmente tantissimi uccelli tra cui l’onnipresente e stupendo pavone il cui richiamo riecheggia sotto la volta arborea.

Nel periodo secco in cui siamo stati la temperatura varia abbastanza nell’arco della giornata, infatti fino alle 8 del mattino abbiamo avuto bisogno di una felpa pesante e durante il giorno siamo arrivati anche oltre i 40° centigradi. Inoltre, essendo il culmine della stagione secca ed i percorsi sterrati: polvere, polvere, polvere…….

Un discorso a parte è poi l’emozione del primo e dei successivi incontri con la tigre: la jeep percorre i sentieri lentamente, lungo il percorso tutto parla della tigre ma di lei non c’è traccia, la guida scruta nella foresta e nei tratti in cui è più frequente l’avvistamento, poi all’improvviso un langur o un ungulato emette l’ ”alarm call”, il grido di allarme che si sente a centinaia di metri di distanza, la jeep parte a folle corsa in quella direzione e poi la foresta cade in un silenzio spettrale, nulla si muove, gli animali sono fuggiti, le scimmie sono in salvo sugli alberi , le jeep ferme in attesa e poi, all’improvviso, un rumore, un movimento ed eccola apparire.

Per noi, persone non abituate, non è facile intravederla al primo colpo, ma poi i suoi movimenti la tradiscono ed eccola in tutta la sua bellezza e maestosità, per niente intimorita o disturbata dalla presenza degli umani (a cui è sicuramente abituata) continuare il suo attraversamento di foresta senza degnare i presenti della minima attenzione e poi, come è apparsa, scomparire di nuovo nel folto. Una emozione incredibile!!

Il Parco Nazionale di Kanha si trova più a nord di Pench, sempre nella regione del Madhya Pradesh, il cuore dell'India; situato nei distretti di Mandla e Balaghat, la Kanha Tiger Reserve occupa un'area di 1.949 kmq. Il parco stato dichiarato riserva forestale nel 1879 e rivalutato come santuario della fauna selvatica nel 1933, poi nel 1955 è stato dischiarato parco nazionale. Molto lavoro è stato fatto dalla sua nomina per migliorare la sua biodiversità, la ricerca scientifica, le recettività turistica ed oggi, secondo molti osservatori, Kanha è senza dubbio il principale parco nazionale dell'India e una delle migliori riserve naturali del mondo.

In questo parco abbiamo effettuato 6 safari in jeep e qui abbiamo cominciato a vedere le tigri con buona frequenza ed ogni volta è stata una emozione ed un incontro a sè stante: qui abbiamo incontrato Chota Munna , il grande maschio dominante, che occupa il territorio migliore all’interno della riserva e lo abbiamo osservato con la sua femmina, l’abbiamo visto abbeverarsi con lei lungo un corso d’acqua , attraversare il sentiero ignorando le tante jeep presenti e sparire nel folto della foresta. In questi giorni abbiamo visto almeno 9 esemplari diversi, tutti in splendida forma, bellissimi.

Ancora più a nord si trova il Parco Nazionale di Bandhavgarh, il parco nazionale più famoso dell'India che è Parco dal 1968 ed è costituito da un'area centrale di 105 kmq e un'area cuscinetto di circa 400 kmq con una topografia molto varia tra creste ripide, ondulate, boschi e prati aperti. Questo parco è noto per la densità della popolazione di tigri che è la più alta conosciuta in India (presenti oltre 50 esemplari) ed ha anche la più ampia popolazione riproduttiva di leopardo indiano.

Anche qui abbiamo effettuato 6 safari ed abbiamo avuto molti avvistamenti: una femmina con due cuccioli di pochi mesi che alle tre del pomeriggio si bagnava in una pozza e che poi, disturbata dalla presenza di molte macchine, si è spostata in una zona di bambù e si è sdraiata ad allattare i suoi cuccioli; poi l’incontro con tre giovani tigri che ci hanno deliziato per una decina di minuti a 3 metri dalla nostra jeep rotolandosi sul tappeto di foglie della foresta dopo un probabile abbondante pasto.

Le stesse tigri, il giorno dopo, le abbiamo incontrate in uno specchio d’acqua a bere e bagnarsi giocando e rincorrendosi per una buona mezz’ora… Abbiamo anche avuto la possibilità di intravedere nel fitto della foresta l’appostamento e l’avvicinamento di un maschio ad un cervo sambar, del tutto ignaro della presenza del predatore, ma che poco prima dell’agguato finale è stato messo in guardia da una scimmia langur facendo saltare la cena alla nostra amica.In questo parco abbiamo avvistato almeno 10 esemplari.

Un viaggio carico di incontri, grandi ed indimenticabili emozioni che ha lasciato in me splendidi ricordi.

Qui di seguito i numeri del nostro tour:

  • 12 giorni di viaggio
  • 3 parchi nazionali visitati
  • 1 autista ed una guida del parco per ogni jeep
  • 2 safari giornalieri in jeep scoperte con 2 fotografi a bordo
  • 10 Safari della mattina dalle 5,30 alle 10.00
  • 11 Safari del pomeriggio dalle 15,30 al tramonto
  • Polvere, polvere, polvere…….

Globalmente almeno 20 tigri avvistate e fotografate, più orsi labiati, sciacalli, cuon, cervi sambar, cervi pomellati, cervi barasingha, imponenti gaur, 1 leopardo avvistato, alcuni rapaci, picchi, una infinità di pavoni, succiacapre, occhioni comuni ed occhioni indiani, avvoltoi indiani, scimmie langur e tanto altro.

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