La prima volta che sono stato nel più antico e più grande Parco Nazionale della Croazia, oggi patrimonio dell’UNESCO, fu nell’estate del 1983. Rimasi subito colpito dalla bellezza e dalle peculiarità di questo tesoro della Natura. Negli anni ci sono tornato altre tre volte: due in autunno ed una in inverno e sono sempre rimasto stupito dalla sua cangiante bellezza che segue l’andamento delle stagioni.
Il parco è situato tra le catene montuose della Mala Kapela ad ovest e la catena della Licka Pljesivica a sud, a circa tre ore di macchina da Trieste.
Per le sue peculiari caratteristiche venne proclamato primo parco nazionale della Croazia nel 1949; la sua estensione, oggi, raggiunge i 300 kmq e la parte che attrae la quasi totalità dei turisti è circa l’1% del totale. Si tratta di un parco a prevalenza di vegetazione boschiva con una parte occupata da una zona lacustre formata da una infinità di raccolte d’acqua e da ben 16 laghi di varie dimensioni, che sono disposti uno sopra l’altro e l’acqua si riversa in essi attraverso delle stupende cascate.
Questo particolare sistema di cadute d’acqua è dovuto al processo di sedimentazione del calcare che ha formato delle barriere tufacee dando origine alla sovrapposizione dei laghi; tutto questo avviene perché si tratta di una zona carsica con la presenza nel sottosuolo di grotte e fosse e, in superfice, di campi e doline; l’acqua che scorre nel sottosuolo quando incontra degli strati verticali di roccia impermeabile è costretta ad emergere in superficie formando così i ruscelli che alimentano i laghi. L’acqua dei laghi si riversa poi nel fiume Korana che attraversa la valle.
In questa meraviglia della natura vivono 157 specie di uccelli, 50 di mammiferi, tra cui l’orso bruno (che è il simbolo del parco), il lupo, la lince, il capriolo e 321 specie di farfalle. Tra i vegetali spicca la presenza della Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus), un’ orchidea spontanea tra le più belle d’Europa e alcune piante carnivore come la Drosera rotundifolia e la Utricolaria minor, specie rarissima.
La cura e la recettività turistica di questo parco sono perfette ed amplissime ed anche per questo migliaia di turisti lo visitano ogni anno. Nel suo interno un vasto sistema di sentieri attrezzati, di passerelle di legno ed anche di piccoli traghetti consentono al visitatore di apprezzare tutte le bellezze della natura che li circonda. In estate c’è moltissima confusione con la presenza anche di visitatori giornalieri, provenienti da ogni parte del mondo, che vengono scaricati da un pulmann dietro l’altro e talvolta bisogna fare la fila ai botteghini della biglietteria. Secondo la mia esperienza la stagioni che danno maggiori soddisfazioni fotografiche sono l’autunno in primis e poi l’inverno.
In autunno il foliage la fa da padrone e rende la bellezza dei laghi e delle cascate indimenticabili: i rossi, i gialli e tutte le loro variazioni cromatiche, combinate con il blu-verde dell’acqua e con il bianco delle cascate lasciano un segno indelebile nella mente e nel cuore di chi lo osserva. I laghi hanno acque trasparenti popolate da trote, scardole e cavedani e da una ricca popolazione di uccelli acquatici; tra questi è presente il merlo acquaiolo, che si fa notare mentre pesca insetti immergendosi nei veloci corsi d’acqua. In questo periodo le opportunità fotografiche sono infinite, soprattutto se si riesce ad essere lì nel periodo in cui i colori del foliage sono al loro massimo, in genere durante il mese di ottobre. Per questo, negli ultimi anni, c’è stato un continuo fiorire di workshop fotografici organizzati da molti noti fotografi europei.
Affascinante e particolarissima è la visita in pieno inverno, soprattutto negli anni e nei periodi più freddi quando temperature ben al di sotto dello zero fanno si che le cascate gelino dando al paesaggio un aspetto sospeso, silenzioso, attutito, bicolore, con la presenza di pochi turisti e con il silenzio rotto dal crac del ghiaccio procurato dai passi dei visitatori. In questo periodo bisogna fare molta attenzione perché il fondo ghiacciato è molto pericoloso e rende difficile la visita ed anche l’attraversamento delle passerelle sull’acqua; per me è stato molto utile aver portato i ramponi da ghiaccio. Per questi motivi la direzione del parco riduce di molto la fruibilità chiudendo moltissimi sentieri, anche nella zona dei laghi, ma, anche se ridotta, la visita è di un fascino incredibile.